
L’Italia e la cultura dell’extravergine
In Italia siamo fortunati. Abbiamo una cultura dell’olio profondamente radicata, fatta di frantoi che si tramandano di generazione in generazione, di piccoli produttori appassionati, e di territori che cambiano volto (e gusto) da nord a sud.
Proprio grazie alla nostra incredibile varietà di cultivar e di paesaggi, assaggiare diversi oli extravergine diventa un viaggio che ci porta a scoprire le mille sfumature dell’Italia.
Il gusto amaro e intenso del Coratina in Puglia, la rotondità del Biancolilla siciliano, il profumo erbaceo del Moraiolo umbro, la delicatezza della Taggiasca ligure… ogni olio racconta il proprio luogo d’origine con autenticità.
Come riconoscerlo al gusto?
Un buon extravergine ha profumi freschi e vegetali: richiama l’erba tagliata, il carciofo, la mandorla o il pomodoro verde. In bocca deve avere tre caratteristiche principali:
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Fruttato: il profumo e il gusto devono ricordare l’oliva fresca.
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Amaro: è indice della presenza di polifenoli, antiossidanti naturali preziosi.
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Piccante: una leggera sensazione di pizzicore in gola, sempre dovuta ai polifenoli.
Saper riconoscere un olio extravergine di oliva di qualità significa affinare i sensi, ma anche coltivare la curiosità. Non serve essere esperti, basta iniziare ad assaggiare, leggere le etichette, informarsi su chi lo produce e come.
E magari lasciarsi guidare da un’idea semplice ma potente: ogni olio ci racconta una storia. E in Italia, di storie straordinarie legate all’olio ce ne sono davvero tante.